Teatro Kursaal, Lugano TI

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Edificio teatrale, stagioni di prosa e opera d’importazione, proiezioni cinematografiche

All’abbattimento del →Teatro Sociale di Piazza Bandoria, nel luglio 1889 (sostituito, per un quadriennio, dal →Teatro Rossini), una prima "Società del nuovo Teatro" viene rapidamente costituita, sciogliendosi tuttavia lo stesso anno per mancanza di capitali; una seconda società viene fondata nel 1896 ed affida – dopo un’aspra battaglia - all’architetto Achille Sfondrini il progetto del teatro, ultimato nel 1897 con il nome Teatro Apollo (conservato fino al secondo dopoguerra) e un affresco di Pietro Pajetta (portato a termine da Mario Grandi solo nel 1907) nell’ampia volta della sala centrale, provvista di 15 palchi "all’italiana". Inaugurato il 29 dicembre dello stesso anno, il T. presenta dapprima una stagione operistica con l’impresa milanese Reggiani e Braggio: in cartellone, per 16 rappresentazioni, Rigoletto e La traviata di Verdi, sotto la direzione di Pericle Fulignoni. Le stagioni d’opera si susseguiranno con regolarità, accogliendo sotto gli auspici di vari impresari milanesi (Rodolfo Tetrazzini, Pietro Cesari, Tommaso Barberis), spettacoli anche di notevole prestigio: si segnalano le presenze di Luisa Tetrazzini (Lucia di Lammermoor, 1901), Dalmazia Cappelli (Il barbiere di Siviglia e Rigoletto, 1920), Lina Pagliughi (Elisir d’amore, 1937, sotto la direzione di →Leopoldo Casella). Numerose anche le stagioni d’operetta con compagnie milanesi (Galassi, Navarrini, Dezan, Roses). L’attività di prosa viene inaugurata dalla compagnia di Teresa Boetti-Valvassura con Dionisia di Alexandre Dumas figlio (tra le altre opere presentate anche L’infedele di Roberto Bracco, che solleva una polemica nella stampa locale). Si alterneranno nelle stagioni seguenti numerose compagnie della vicina penisola (Vittorio Duse, Achille Majeroni, la Compagnia Benelliana , Marcello Giorda, Maria Melato), tra cui si rilevano le significative presenze di Ettore Ferravilla (1900, 1911-12), Gustavo Salvini (1914 nel Kean di Dumas), Emma Gramatica (1925-26), Tatjana Pavlova (1932), →Alexander Moissi (1927, come Mefistofele nel Faust di Goethe; 1933, nell’Amleto di Shakespeare per la regia di Max Reinhardt; 1935, con Il cadavere vivente di Tolstoj e Spettri di Ibsen recitati in italiano), Ettore Petrolini (1934), Marta Abba (1936, diretta da Guido Salvini in La figlia di Jorio di D’Annunzio, Questa sera si recita a soggetto di Pirandello e Santa Giovanna di G.B. Shaw), Dina Galli (1938), Sacha Guitry (1939), nonché delle applaudite compagnie del teatro milanese (Paolo Bonecchi) e veneto (Cesco Baseggio), regolarmente presenti a Lugano. A partire dal 1933, anche la →Radio Svizzera Italiana vi produce spettacoli d’opera (La badia di Pomposa, melologo di Domenico Tumiati con musica di Vittore Veneziani, 1932, sotto la direzione di Casella) e di prosa: Come le foglie di Giacosa (1936), Due dozzine di rose scarlatte di Aldo De Benedetti (1937), La locandiera di Goldoni (1937), sotto la guida di →Guido Calgari e Il mestiere del gentiluomo di →Carlo Castelli (1942, regia dell’autore). Il 1o novembre 1939 assume la direzione del T. Giuseppe Volonterio, che darà un notevole impulso alla vita teatrale luganese, restando in carica fino al 30 giugno 1976. Durante il periodo bellico diviene sempre più difficile ingaggiare compagnie italiane e dal 1943 (dopo i passaggi di Elsa Merlini e Renzo Ricci) sono unicamente le compagnie svizzere ad esibirsi a Lugano. Tra gli ospiti d’oltralpe si ricordano: →Ludmila e Sacha Pitoëff con Casa di bambola di Ibsen (17-18 febbraio 1939), la →Comédie de Genève (due volte nel 1943, poi nel 1944 e nel 1945), la Compagnie du Théâtre Municipal de Lausanne (→Opéra de Lausanne, 1943, 1944, 1945), lo →Schauspielhaus di Zurigo (1941), →Jean Hort (1944, 1945), →Jean Bard (1945) →Grock (dal 31 marzo al 2 aprile 1945). L’afflusso delle formazioni italiane riprende alla fine del secondo conflitto mondiale, a cominciare dalla compagnia veneta di Cesco Baseggio, il 16-20 novembre 1945. L’operetta riprende il 4 dicembre (Compagnia Durot-Dezan) e l’opera il 20 aprile 1946 (La traviata diretta da Romolo Castelmonte). Dal dopoguerra, il nome Teatro Kursaal verrà in genere preferito alla più classica denominazione, mentre la programmazione procederà in modo regolare all’importazione di spettacoli italiani e di stagioni d’opera (nelle stagioni 1946-48, 1957, 1960-66 e più sporadicamente negli anni ‘70-’90), con ospiti di prestigio quali Cesare Siepi e Anna Moffo (1960), Franco Corelli (1962), →Fernando Corena (1963 con il donizettiano Don Pasquale; 1964 con Il barbiere di Siviglia di Rossini e Falstaff di Verdi). Le produzioni d’opera locali si debbono (nei periodi 1964-65, 1966, 1985-87, 1991) al direttore d’orchestra →Bruno Amaducci. Tra i grandi nomi della scena di prosa, costantemente presenti (Vittorio Gassman, Memo Benassi, Sarah Ferrati, Ugo Tognazzi, Tino Carraro, Gilberto Govi, Ernesto Calindri, Emma Gramatica, Peppino e Eduardo De Filippo, Totò, Giorgio De Lullo, Alberto Lionello, Anna Proclemer, Giorgio Albertazzi, Valeria Moriconi, Glauco Mauri, Salvo Randone, Giulio Bosetti, Alberto Lionello) e qualche presenza svizzera (→Michel Simon il 30 settembre 1948), si notano in particolare le apparizioni di Tatjana Pavlova (1951, 1953), del Piccolo Teatro di Milano (1951, 1964, Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni, per la regia di →Giorgio Strehler nel 1967, 1971), del Premio Nobel Dario Fo (1954, 1964, 1967), del Teatro Sant’Erasmo di Milano (1956, 1961, 1962), della Comédie Française (1965), di Anna Magnani (1966 con La Lupa di Verga), Marcel Marceau (1970 e 1976), Antonio Gades (1972), Annie Girardot (Madame Marguerite, 1976). Da segnalare inoltre un’intensa attività di concerti (Wilhelm Backhaus, 1953, 1958 e 1961; Wilhelm Furtwängler, 1954; Arthur Rubinstein, 1955, Arturo Benedetti-Michelangeli, 1956, 1971 e 1974; Claudio Arrau, 1963; Thelonious Monk, 1966; Amalia Rodriguez, 1974). In questa programmazione d’importazione, fa eccezione il →Teatro Prisma, che per la sola stagione d’avvio (gennaio-maggio 1957) viene ospitato in una saletta superiore del T. La compagnia dovrà tuttavia trovare una nuova sede nell’anno seguente, a seguito di una ristrutturazione dei locali. Nel 1968 →Alberto Canetta ottiene l’autorizzazione all’utilizzo della denominazione "Compagnia Teatrale della Città di Lugano" per una nuova formazione professionistica e scrive a Volonterio per prospettargli il suo progetto ("Offrire spettacoli di alto livello artistico, degni di figurare in uno dei teatri più importanti della Svizzera."), che tuttavia fallisce per mancanza di fondi. A più riprese si esibisce inoltre nella sala la Compagnia di Prosa della →Radio Svizzera Italiana; si ricordano: Nel profondo mare azzurro di Terence Rattigan (1958) e Amedeo o come sbarazzarsene di Ionesco (1969), spettacoli diretti da Carlo Castelli; Il distratto di Jean-François Regnard (1982) e Pélleas e Mélisande di Maeterlinck (1983), per la regia di Canetta e orchestra diretta da →Luca Pfaff; Menzogne della mente di Sam Shepard (1991), regia di →Andrea Canetta. Nel programma troviamo inoltre alcune compagnie amatoriali ticinesi: Vi amo e sarete mia di Louis Verneuil con la Filodrammatica Avvenire e l’interpretazione di →Raniero Gonnella e →Mariuccia Medici (regia Franz Iten, 1951), la Compagnia Dialettale Luganese con Züee e melün... la so stagiun (1960). Alla partenza di Volonterio, non viene più nominato un direttore del T.: la programmazione cinematografica è affidata a Maurice Nguyen, quella teatrale è assunta direttamente dalla Città di Lugano e dall’Ufficio Musei e Attività Culturali, dapprima sotto la responsabilità del municipale Aurelio Longoni (fino al 1983), poi dei capi-dicastero Walter Schonenberger (1983-88, che apre la stagione 1984 con Volpone di Ben Jonson, proposto dal →Teatro della Svizzera Italiana) e Rudy Chiappini (dal 1988), con una politica di approvvigionamento delle rappresentazioni presso il maggiore impresario milanese (gli Uffici Teatrali Italiani di Elio Schiavoni). Dal 1993 si ricorre alla consulenza esterna di Fiorenza Calgari Intra, figlia di →Guido Calgari, che firma la programmazione completa a partire dal 1997. Sotto la sua guida si tenta per la prima volta di introdurre spettacoli di artisti locali (Icaro con →Daniele Finzi Pasca del →Teatro Sunil, 1998; Sul cuore della terra con →Cristina Castrillo del →Teatro delle Radici, nel 1999, presentati però dopo il trasferimento al →Teatro Cittadella), e qualche proposta più d’avanguardia (Amleto di Shakespeare, diretto da →Benno Besson, 1995; King Lear no1 di Leo de Berardinis, 1997). Nel 1997-98 – dopo una perizia che decreta l’inagibilità della sala – le rappresentazioni vengono sospese: l’ultimo spettacolo programmato è Medea di Euripide con Franco Branciaroli e la regia di Luca Ronconi (1-3 aprile 1997). Nel corso dei lavori (2000-1), la destinazione dell’edificio viene tuttavia mutata: si rinuncia all’uso teatrale, per permettere gli ampliamenti utili all’ottenimento di una Licenza Federale Grandi Giochi di categoria A; per far posto al Casinò, si procede dunque allo sventramento definitivo della sala teatrale, mentre la Società Kursaal SA chiede ed ottiene dall’Esecutivo anche l’abbattimento della cupola affrescata (luglio 2001). Il Municipio promette la futura realizzazione di un nuovo centro teatrale, tuttora non realizzato. Le stagioni di prosa della Città di Lugano vengono presentate in altre sale (Teatro Cittadella; →Palazzo dei Congressi), a partire dal 2000 la gestione torna ad essere affidata direttamente all’Ufficio Musei e Attività Culturali e dal maggio 2005 la programmazione viene affidata a →Renato Reichlin.


Dati tecnici

sito in via Stauffacher 1, costruito su piani di Achille Sfondrini nel 1897, dispone di 15 palchi all’italiana; nel 1898 viene aperto il Caffè del teatro "Eden"; nel 1913 avviene la fusione fra Teatro e Kursaal; nel 1958-59 una generale ristrutturazione del complesso porta a modifiche sostanziali della sala, con eliminazione dei palchi (sostituiti da una galleria e un loggione). Sventramento completo della sala e abbattimento della cupola nel giugno-luglio 2001.


Bibliografia

  • Statuto: adottato dal Comitato della Società promotrice nella seduta del 26 febbraio 1892 / Società del Teatro-Casino di Lugano, Lugano, Tipografia Berra, 1892;
  • Francesco Chiesa, Per l’inaugurazione del Teatro Apollo in Lugano, Lugano, Veladini, 1898;
  • Mario Agliati, Il teatro Apollo di Lugano, Lugano, Istituto Editoriale Ticinese, 1967;
  • Giorgio Appolonia, Duecento anni di opera a Lugano, Locarno, Dadò, 1996;
  • Claudio Gianinazzi, Kursaal: il palazzo di cristallo, Lugano, Casinò Kursaal, 1996.


Autore: Pierre Lepori



Fonte:

Lepori, Pierre: Teatro Kursaal, Lugano TI, in: Kotte, Andreas (a.c.): Dizionario teatrale Svizzero, Chronos Verlag Zurigo 2005, vol. 3, pp. 1815–1817, vedi immagine p. 1814.