Giullari di Gulliver, Arzo TI

Aus Theaterlexikon - CH
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Associazione culturale (con sede a Pregassona fino al 2001), teatro per la gioventù

Fondata nel 1991 dall’attore Antonello Cecchinato, come emanazione di "Confabula", gruppo di raccontastorie con un’attività itinerante nelle scuole della Svizzera Italiana. I G. sono finanziati dal settore Attività Giovanili del Dipartimento Opere Sociali del Cantone Ticino e dall’ATGABBES, con il sostegno di Pro Helvetia e Percento Culturale Migros. L’associazione promuove colonie artistiche annuali per giovani dagli 8 ai 16 anni: i "Giullari musicanti" (successivamente denominata "Arcagajarda"); i "Giullari pittori" (poi "Tatanka" e "Kalafalafel"); "Emilio e una nota" (soggiorno musicale itinerante per adolescenti); i "Lazzi di Luzzo" (con attività teatrale e spettacoli estivi: Memorie di sottostorie, 1993; Heyohah, 1998). Un gruppo permanente ("Collettivo Teatrale", con giovani dai 18 ai 30 anni) lavora sotto la guida di Cecchinato con l’obiettivo di allestire uno spettacolo pubblico annuale, presentato in varie sale cantonali (tra cui lo →Studio Foce di Lugano e il →Teatro del Chiodo di Daro). La serie viene aperta nel 1991 da Storia di un uomo che andava in cerca di paura, cui seguono, tra gli altri: Il paradiso degli orchi da Daniel Pennac (1998); Novecento dal monologo di Alessandro Baricco (1999, con 17 attori); Macbeth libero adattamento da Shakespeare (2000); Il sorriso della rivolta (da El loco di Alberto Manzi, 2001); Il principe orso (2002). In collaborazione con l’ACP (Associazione per la cultura popolare) di Balerna, il collettivo dà vita al primo Festival Internazionale di Narrazione dei Paesi della Montagna, nel villaggio di Arzo (2000), esperienza che si ripeterà, con sempre maggiore successo, negli anni successivi.

Riconoscimenti

  • Premio →ASTEJ per la Cultura dell’Infanzia (2002).


Autore: Redazione



Bibliografische Angaben zu diesem Artikel:

Redazione: Giullari di Gulliver, Arzo TI, in: Kotte, Andreas (Hg.): Theaterlexikon der Schweiz, Chronos Verlag Zürich 2005, Band 1, S. 718.