Compagnia Luganoteatro, Lugano TI
Compagnia indipendente, teatro di prosa
Nell’aprile del 1994 numerosi artisti che costituiscono il nucleo storico del →Teatro la Maschera di Lugano (tra i quali →Silli Togni, →Ketty Fusco, →Antonio Ballerio, →Gianmario Arringa) abbandonano la compagnia per fondare la Compagnia Luganoteatro (C.L.). La decisione viene motivata da dissensi con la direzione unica di →Andrea Canetta. In particolare, mentre l’intenzione di Canetta è innanzitutto quella di consolidare la struttura del teatro stabile, la neonata compagnia si prefigge di esportare gli spettacoli anche sulle piazze confederate e italiane, con conseguenti scelte di repertorio. La direzione amministrativa è collegiale, mentre la direzione artistica è affidata a Ballerio. La compagnia si finanzia con il ricavato degli spettacoli, i sussidi del Canton Ticino, della Città di Lugano, dei membri dell’Associazione Amici di Luganoteatro (presieduta da Ketty Fusco) e con i contributi della Rete 2 della RadioTelevisione della Svizzera Italiana (RTSI), che in compenso si assicura la registrazione in studio di alcune pièces allestite. A confermare la volontà di promuovere le tournée, la C.L. debutta nel maggio 1994 al Teatro Libero di Milano riproponendo Scena madre di Arthur Schnitzler (regia di Antonio Ballerio), già andato in scena al Teatro la Maschera. Il debutto ticinese avviene al →Teatro di Locarno e al Cinema-Teatro Excelsior di Chiasso con un’altra ripresa: Regina madre di Manlio Santanelli (regia di Alberto e Gianni Buscaglia). Negli anni successivi, tuttavia, l’obiettivo di creare una compagnia di giro si realizza solo parzialmente e le occasioni di tournée sono sporadiche. Il repertorio si indirizza principalmente su testi di autori contemporanei scelti tra gli ormai classici, come Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee (regia di Alberto e Gianni Buscaglia, 1995) o L’amante di Harold Pinter (Silvano Piccardi, 1997), e nella drammaturgia esordiente, all’interno della quale si privilegiano testi di ottima confezione, ma appartenenti ad un genere più leggero, come Il diavolo e la vedova di Egidio Bertazzoni (Antonio Ballerio, 1995, prima assoluta) e La festa è di là di Agnès Jaoui e Jean Pierre Bacri (Silvano Piccardi, 1996). All’interno di questo orientamento verso un teatro di qualità, ma essenzialmente privo di spinte innovative, si segnalano alcune significative eccezioni: nel 1996 Antonio Ballerio mette in scena Andirivieni, un monologo in due tempi dai racconti di Bernard Comment, accompagnato al flicorno da Franco Ambrosetti (in un’intensa scenografia di Silli Togni). Nel 1998, con Il campo dell’argentina Griselda Gambaro, la compagnia sposta la sua attenzione dall’indagine dell’universo borghese verso le tematiche della violenza e dell’annullamento dell’identità che hanno segnato le tragedie storiche del Novecento (regia di Antonio Ballerio). Lo stesso anno, affronta per la prima volta un classico con un innovativo allestimento del Macbeth di Shakespeare curato da Silvano Piccardi ( al →Palazzo dei Congressi di Lugano e allo →Schauspielhaus di Zurigo, nell’ambito dei Zürcher Festspiele). Nell’intenzione di riaprire lo sviluppo della compagnia al di fuori dei confini, nel 2001 la C.L. inaugura una collaborazione con il Teatro Oscar di Milano, nella cui sala debutta Inquisizione di Diego Fabbri (regia di Silvano Piccardi; poi al →Teatro Cittadella di Lugano). Nel 2002 la compagnia si ripresenta sotto una nuova insegna, Compagnia Labyrinthos, che esordisce al →Cinema Teatro di Chiasso in Play Strindberg di →Friedrich Dürrenmatt, per la regia di Marco Rampoldi. Nel 2005 debutta Quanto abbiamo sofferto sotto questi orribili quadri (Ritter, Dene, Voss) di Thomas Bernhard (regia Alberto e Gianni Buscaglia). Membro →Centre Suisse ITI, →TASI (dal 2002).
Autrice: Natalia Genni
Fonte:
Genni, Natalia: Compagnia Luganoteatro, Lugano TI, in: Kotte, Andreas (a.c.): Dizionario teatrale Svizzero, Chronos Verlag Zurigo 2005, vol. 1, pp. 398–399.